Vivaldi and other follies-album

Vivaldi and other follies l’ultimo album di Maurizio D’Alessandro pubbilcato dall’etichetta Alfamusic che verrà presentato giovedì 9 maggio alle ore 18.30 presso Palazzo Chigi in Ariccia. Introduce il musicista Andrea Polinelli. Interviene Maurizio D’Alessandro

Così la recensione di Roma in Jazz

In quel clima di straordinaria cultura e Pathos travolgente, da sempre insito in tutto ciò che riguarda tanto Cuba che l’Italia, su cosa cimentarsi per tener vivo il contatto con la grande Musica se non con un repertorio così alto, così definito, così amato dal mondo intero, se non quello delle celeberrime Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi?

Quale rilettura dare del capolavoro del Prete Rosso se non l’Incarnato novecentesco fra le intuizioni di Gershwin e le movenze jazzistiche meno filologiche e più vicine al nostro modo di sentire?

Delle Quattro Stagioni ( Karajan, Pinnock, Hogwood, Abbado, Scimone con i Solisti Veneti ) a nessuno era venuto in mente il privilegiare la morbida infatuazione del clarinetto per la poesia dell’assolo: ed in questo Maurizio D’Alessandro è protagonista delle scena, performer modernissimo davanti alla tessitura armoniosa offerta dal pianista Massimiliano Caporale che dirige un ensemble importante come l’Orchestra Cubana Camerata Romeu, incontro che avrebbe avuto il plauso del Genio veneziano, sempre attento alla forma evolutiva dell’orchestrazione e all’innovazione della forma-concerto.

I tre movimenti delle Quattro stagioni (titolo con cui sono noti i primi quattro concerti solisti per violino dell’opera “Il cimento dell’armonia e dell’inventione”) muovono sia dall’Estro che da uno studio attento, e non intendono fare protagonismo nell’ambito della reinterpretazione del Barocco italiano in sintassi jazzistica, semmai indagano su quanto sia possibile suonare il Nuovo su un Corpus praticato da tutte (dico tutte) le più importanti orchestre di tutti i tempi e di tutti i luoghi.

Facile o non facile aprirsi a partiture tanto ampie e complesse? Agevole o meno ricostruire in sintassi contemporanea la forza descrittiva di un’Opera apparentemente cortigiana e di semplici battute ma in realtà divisa fra tinte luminose e oscure, tempestosi crepuscoli  preromantici e agitate e sospese cortesie?

L’interrogativo è dissolto dall’agilità con la quale si passa alle Divagazioni sulla Toccata di Paradisi, Pietro Domenico Paradisi clavicembalista napoletano noto al grande pubblico per l’Intervallo Rai della meravigliosa Toccata In La Maggiore Per Arpa & Orchestrache qui viene tradotta in virtuosismo colto e raffinato, inventivo quanto spigliato e mosso, abilmente variato nel Tempo e nell’intenzione d’includere Vivaldi e Follie nella Tempra posteriore e allo stesso tempo simultanea della lirica compostezza di uno dei brani più densi di sentimento e passione che il Cinema ricordi, The Mission, del Maestro Ennio Moricone.

Se qualcuno avesse preso troppo sul serio il titolo Vivaldi and other follies, lo invitiamo ad ascoltare perché di Follie ce ne sono certamente tante: sanissime, sorridenti, educate, leggere e molto, molto raffinate.

Fabrizio Ciccarelli  

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